Se ne è discusso a Roma durante un incontro riservato ai medici dell’Istituto Omeopatico SIMOH.
Qual’ è l’approccio clinico-terapeutico più opportuno nell’Endometriosi?
Di questo delicato tema, particolarmente legato alla salute della donna, se ne è discusso a Roma, nel corso della sezione mensile di aggiornamento clinico riservata ai medici dell’Istituto Omeopatico SIMOH.
L’Endometriosi costituisce uno dei problemi patologici più delicati dell’universo femminile e la Scuola omeopatica italiana – fondata molti anni fa dal Prof. Antonio Negro – da tempo vi dedica attenzione e risorse, sia nel campo della ricerca che della pratica clinica.
Nel corso dell’incontro i medici presenti hanno potuto approfondire e discutere in seduta plenaria e sotto la guida dell’Equipe clinica della Simoh, i diversi aspetti patologici della malattia endometriosica e le sue molteplici implicazioni cliniche e terapeutiche.
Caratterizzata dalla presenza di endometrio in zone al di fuori della cavità uterina o in altre zone del corpo femminile, normalmente nella pelvi, l’endometriosi può colpire le donne sin dalla prima mestruazione ed eccezionalmente anche nell’infanzia, costituendo la prima causa di infertilità.
La malattia si sviluppa indipendentemente dal fatto di aver avuto o meno gravidanze e la sua presenza è indipendente dalla razza e dallo status socio-economico.
Dal punto di vista terapeutico la chirurgica laparoscopica viene ritenuta attualmente l’unica terapia realmente possibile, capace di assicurare precisione e ripetibilità di esecuzione, oltre ad un minore effetto traumatico e minore dolore.
La terapia farmacologica convenzionale – efficace in genere solo sulla sintomatologia, ma non sul decorso della malattia – si avvale, invece, di farmaci che bloccando gli ormoni ovarici inducono una menopausa temporanea che presenta tutti i sintomi di una menopausa vera e propria ed anche i relativi effetti. La chirurgia rimane comunque il trattamento di scelta.
”Gli studi più aggiornati – ha riferito durante l’incontro la Prof.ssa Maria Letizia Salvi, Medico-Chirurgo, Omeopata e Coordinatore, insieme al dr Mattia Canetta, del Progetto Salute Donna promosso dalla SIMOH – stimano che oggi in Europa le donne affette da endometriosi siano oltre 14 milioni; oltre 3 milioni solo in Italia”.
”Gli specialisti del campo oggi ci dicono – ha aggiunto la Salvi – che studiando occasionalmente le donne operate per fibromatosi uterina (l’indicazione chirurgica tra le più frequenti in ginecologia), la frequenza dell’endometriosi nella popolazione femminile sia quasi del 12%: ciò significa che ogni 100 donne circa 12 sviluppano un’endometriosi che però non dà segno della sua esistenza.
”E tale frequenza sembrerebbe salire fino al 30% nelle donne sottoposte a laparoscopia per infertilità e al 45% nelle donne sottoposte a laparoscopia per dolore pelvico cronico”.
”Un fenomeno molto diffuso quindi – dice ancora la Salvi – con implicazioni sociali ed economiche anche importanti. Basti pensare che la spesa sociale annua in Europa per questa patologia viene stimata intorno ai 30 miliardi di Euro”.
Nel corso della giornata di studio, sono stati presentati ulteriori casi di endometriosi ovarica, trattati con cure omeopatiche presso l’istituto Simoh.
Ogni caso clinico è stato illustrato alla presenza dello stesso paziente. In questo modo i medici presenti hanno potuto ricostruire il percorso clinico-terapeutico interrogando direttamente le diverse pazienti, così da valutarne anche l’evoluzione clinica, nonché i riscontri diagnostici e terapeutici.
”L’omeopatia – ha dichiarato ancora la Prof.ssa Salvi – insegna a riconoscere in termini sintetico-correlazionistici quanto ogni processo patologico, cosiddetto locale, costituisca sempre l’espressione di una alterazione fisiopatologica più ampia, che riguarda l’intero organismo. L’endometriosi è una patologia complessa – dice la Salvi – che richiede un approccio globale al paziente, andando oltre il quadro patologico specialistico, per comprendere e trattare in termini terapeutici l’unitaria realtà biologica del malato.
”Per tale motivo – ci dice il Dr Mattia Canetta, Specialista in medicina interna – noi medici omeopatici privilegiamo sempre una diagnosi fisiopatologica complessiva, piuttosto che la sola diagnosi nosografica di malattia”.
”Nel nostro Istituto SIMOH – aggiunge Canetta – il paziente è studiato sia dal punto di vista generale che attraverso la lettura di tutti gli specifici esami diagnostici, compresi i markers ematoclinici e la diagnostica strumentale.
”E come nella terapia favoriamo sempre gli approcci più conservativi, così anche nella diagnostica cerchiamo di non promuovere mai metodiche invasive.
”Inoltre nel nostro metodo valorizziamo molto la ricerca anamnestica personale, oltre che familiare, al fine di ricostruire le peculiari modalità funzionali che ciascuno presenta nel suo essere malato, fin dai suoi ascendenti”.
”La nostra è una equipe multidisciplinare – ha aggiunto ancora il dr Canetta. ”In Istituto, infatti, i medici omeopatici possono contare su di una specifica sezione di diagnostica ginecologica, clinica e strumentale, che opera al nostro fianco con il compito sia di guidare la paziente nella diagnosi, sia di seguirla in modo specialistico nel suo decorso clinico ed in particolare durante il percorso di cura omeopatica.
”Ogni paziente, fatta la stessa diagnosi di malattia, è infatti una realtà individuale sempre diversa, unica nel suo modo di reagire, così come nella modalità di risposta alle terapie”.
”Un approccio complesso per una problematica complessa essa stessa, che va individualizzata caso per caso – conclude la Prof.ssa Salvi. ”La realtà biologica è sempre individuale, mai standardizzabile. Ed è per questo che anche la terapia deve essere sempre personalizzata”.
La forte complessità della patologia e la necessità di un approccio terapeutico multimodale, conservativo nella cura, oltre ad una grande attenzione nella diagnostica e nel monitorare il quadro clinico è, in sintesi, ciò che è emerso dallo svolgimento da questo corso di aggiornamento promosso dalla SIMOH nell’ambito delle sue attività socio-sanitarie.
La terapia dell’endometriosi dipende da vari fattori, primo fra tutti la sintomatologia associata. E l’opzione tra l’approccio chirurgico o quello medico non è una scelta, quanto forse un punto di equilibrio tra l’esigenza di curare la paziente, il malato nella sua totalità e le priorità cliniche oltre che sintomatologiche.
Il Progetto Salute Donna della SIMOH è finalizzato oltre che alla cura della donna anche alla prevenzione, condotta, caso per caso, sempre secondo i principi della medicina omeopatica hahenmanniana.
di Alessandro Cenci
Per informazioni: Tel. 06.5747841 – Prof.ssa Maria Letizia Salvi, direttore sanitario Istituto SIMOH