Presentato a Roma, a fine maggio, il Rapporto sul fumo in Italia dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Dopo anni di tendenza in discesa, le donne invertono la marcia e si dimostrano accanite fumatrici. Gli adolescenti non sono da meno, nonostante la maggiore informazione sugli innumerevoli danni del fumo. Dimezzato l’uso della sigaretta elettronica.
Alcuni anni fa, a Roma, presso il Poliambulatorio medico del nostro Istituto, durante l’orario di visite del Prof. Antonio Negro, una paziente invitata a rispondere sul perché continuasse a fumare, rispose: mi faccio portare in giro dalla sigaretta.
Citando questo piccolo aneddoto, che può ovviamente essere letto in tanti e diversi modi, riportiamo qui di seguito i risultati del Rapporto sul Fumo che è stato presentato il 30 maggio u.s. dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco. Un’indagine Doxa effettuata nei primi mesi del 2014 per conto proprio dell’ISS e in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.
Il primo dato che emerge in modo evidente è che per la prima volta dopo 5 anni le donne sembrano non voler più rinunciare alle sigarette, invertendo così un trend di consumo.
Mentre, infatti, tutti i dati precedenti avevano indicato che la tendenza era in discesa, a dimostrazione che le Campagne d’informazione sui danni da fumo erano forse servite a qualcosa, ora a cambiare le carte in tavola sarebbero proprio le donne che, al contrario degli uomini, si dimostrerebbero per nulla intenzionate a buttare la sigaretta.
«La prevalenza di fumatori in Italia – spiega il prof. Silvio Garattini, Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano – anche quest’anno mostra una situazione di stallo, a eccezione delle fumatrici che interrompono un trend in discesa registrato negli ultimi 5 anni con un incremento di 3,6 punti percentuali».
Gli altri dati rilasciati dal Rapporto mostrano che la prevalenza dei fumatori resta stabile, diminuendo dello 0,8%. Al contrario, aumenta invece nel gentil sesso, passando dal 15,3% del 2013 al 18,9% del 2014. E, grazie a questo incremento tutto femminile, la percentuale totale dei fumatori in Italia passa così dal 20,6% dello scorso anno al 22% del 2014.
A discapito di quanto si potesse pensare, crolla invece l’uso della sigaretta elettronica: gli iniziali entusiasti utilizzatori sono passati dal 4,2% del 2013 all’1,6% del 2014.
Il Rapporto segnala, inoltre, che i fumatori in Italia sono 11,3 milioni, ovvero il 22% della popolazione: 6,2 milioni di uomini (il 25,4%) e 5,1 milioni di donne (18,9%). Gli ex fumatori sono 6,6 milioni (il 12,8%): 4,6 milioni di uomini e 2 milioni di donne.
Per la prima volta dal 2009 si osserva un aumento della prevalenza di fumatrici che passano dal 15,3% del 2013 al 18,9% del 2014.
Viceversa, si osserva un lieve ma costante decremento della prevalenza di fumatori che passano dal 26,2% al 25,4%.
Ulteriore importante dato, da non sottovalutare in alcun modo, è che aumentano i forti fumatori, soprattutto tra i giovanissimi. Tra i 15 e i 24 anni il 67,8% fuma meno di 15 sigarette al giorno, ma nel 2013 erano l’81%. Compare però quest’anno un 1,3% che fuma più di 25 sigarette (nel 2013 il dato era pari a zero).
Si inizia a fumare mediamente a 17,8 anni con un gap tra uomini e donne di un anno e 4 mesi (17,2 anni gli uomini; 18,6 le donne). Oltre il 72,5% dei fumatori ha iniziato a fumare tra i 15 e i 20 anni e il 13,2% anche prima dei 15 anni.
La motivazione principale all’iniziazione al fumo di sigaretta rimane, costantemente nel tempo, l’influenza dei pari.
In ambito medico in generale e medico omeopatico in particolare sappiamo bene quanto non si possa fare riferimento ad una cura miracolosa per smettere di fumare né tanto meno ad un rimedio uguale per tutti. Per alcuni può essere più semplice, per altri più complicato e il medico è sempre chiamato a rapportarsi al singolo paziente in modo specifico, individualizzando la situazione e personalizzando gli interventi caso per caso.
Smettere di fumare da soli è possibile. I più recenti dati statistici indicano, infatti, che il 90% degli ex fumatori ha smesso senza bisogno di aiuto.
Se si decide di provare da soli è bene ricordare che le prime 24 ore dall’ultima sigaretta sono le più difficili e nei primi 4 giorni sono più intensi i sintomi dell’astinenza, che tendono ad attenuarsi dalla prima settimana al primo mese.
Ma se non si riesce a smettere da soli, la cosa più opportuna da fare è rivolgersi al proprio medico e decidere insieme un percorso. L’esperienza scientifica in questo campo ha dimostrato che maggiore è il supporto che si riceve, più è alta la probabilità di smettere di fumare in modo definitivo.
In ogni caso è bene sempre ricordare che il tabacco provoca più decessi di alcool, aids, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. L’epidemia del tabacco è una delle più grandi sfide di sanità pubblica della storia.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito il fumo di tabacco come “la più grande minaccia per la salute nella Regione Europea”.
Il tabacco è, infatti, una causa nota o probabile di almeno 25 malattie, tra le quali broncopneumopatie croniche ostruttive ed altre patologie polmonari croniche, cancro del polmone e altre forme di cancro, cardiopatie, vasculopatie.
Equipe Medica – Istituto Omeopatico SIMOH
Fonti: ISS