“La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda”.
(Octavio Paz)
Significativa ed importante iniziativa quella compiuta venerdì 17 Giugno 2016, nella città di Alassio, dall’Amministrazione Comunale e dal Museo dell’Omeopatia di Roma, nel voler dedicare al nostro Maestro, il Prof. ANTONIO NEGRO, una bella targa commemorativa ad imperitura memoria.
Nel centro della splendida cittadina ligure, nella sua tanto amata Alassio, nel rinomato ed elegante “budello”, il carruggio antico che attraversa l’intero tessuto urbano, si trova la casa dove il Prof. Antonio NEGRO nacque il 17 Giugno del 1908.
E ora Alassio – il mio paesello, come lo chiamava affettuosamente il Professore – la terra dove egli visse l’età della sua giovinezza e dove sempre fece ritorno anche per visitare e svolgere la propria attività di medico, gli dedica, onorando l’illustre concittadino, una bella targa commemorativa a ricordo della casa dove lui, il Maestro della medicina omeopatica italiana, venne alla luce: similia similibus curentur.
In quei vicoli, in quelle piazzette, percorrendo quel lungomare tanto amato, nuotando nelle acque del mare ligure verso l’isola Gallinara in compagnia dei suoi gabbiani – i lavativi, come li chiamava scherzosamente – li il Professore si andò formando e costituendo come giovane, come uomo e infine come medico pronto e illuminato nell’esercizio della sua missione.
E sempre ad Alassio, giovanissimo, conobbe nell’opera salesiana i figli di Don Bosco; si formò con loro e dei suoi educatori conservò sempre un ricordo incancellabile, trasmesso poi vivo e presente a tutti i suoi allievi, a lezione e soprattutto nelle lunghe e bellissime giornate passate con lui per anni a Roma in ambulatorio nella cura dei pazienti.
Presidente per molti anni del Circolo “Auxilium”, il giovane Prof. Antonio Negro fu, sempre ad Alassio, colonna della filodrammatica dell’istituto salesiano con don Carlo Magnani e poi don Giuseppe Gaggero.
E sempre nella cittadina della riviera ligure ebbe la gioia di conoscere personalmente il terzo successore di Don Bosco, il Beato Don Filippo Rinaldi e di goderne l’amicizia e la fiducia. Mentre era ancora universitario, infatti, ricevette da Don Rinaldi la responsabilità di dirigere per alcuni mesi l`oratorio di Alassio; un fatto insolito ed inaudito per quei tempi.
Ed è sempre ad Alassio che, a dieci anni, Antonio Negro conobbe, nell’affetto della sua famiglia, la medicina omeopatica grazie al dr Dante Biscella, milanese, omeopata, allievo di Constantine Hering, uno dei padri della medicina omeopatica statunitense, presso lo Hahnemann Medical College di Filadelfia.
Biscella non solo lo curò e guarì dall’influenza spagnola, ma lo avvicinò alle opere del fondatore Samuel Hahnemann e a quelle dei suoi allievi francesi e anglo-americani, e lo appoggiò quando scelse di studiare medicina e di seguire all’Università di Genova le lezioni del prof. Nicola Pende.
Pende stesso, del resto, come il prof. Negro sarebbe venuto a sapere molti anni dopo dal carteggio di Biscella, era stato da questi introdotto all’omeopatia, trovandovi strette relazioni con il neovitalismo ippocratico e più in generale con la propria teoria del costituzionalismo, che considerava la costituzione biologica integrale, unitaria e dinamica dell’individuo ai fini della diagnosi e della terapia.
Una bella targa commemorativa da oggi ricorda ad Alassio, perla della baia del sole nel “fazzoletto” di terra ligure, una storia straordinaria, una vita formidabile di uomo, di medico, di docente e di illuminato pensatore: la vita di Antonio Negro.
A lui, che fece profondamente propri gli insegnamenti di San Giovanni Bosco ed ebbe lo sguardo, la mente ed il cuore intensamente rivolti verso Giuseppe Moscati, il Medico Santo del quale portava sempre con se l’immagine, conservandola gelosamente; al nostro prof. Antonio Negro, al nostro indimenticabile Maestro di scienza e di vita, la Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana SIMOH, desidera dedicare proprio una frase che Egli stesso ci ha ripetuto centinaia di volte, affinché anche per noi l’imparare non fosse fatto di sole parole, ma di sostanza e di carne vivente costituita unitariamente di spirito, mente e corpo:
« Ama la verità, mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio ».
Sempre Grazie Professore.
F.to Maria Letizia Salvi, Marco Cesarini, Serafina Mirenna, Mattia Canetta, Maria Grazia Roncalli. e tutti i Medici, Collaboratori e Dipendenti dell’Istituto SIMOH