Prof. Ernesto Burgio

Possiamo affermare con assoluta certezza che questa è la prima grande pandemia dell’Anthropocene: non un evento isolato e accidentale, ma appunto un episodio particolarmente drammatico di una malattia cronica e rapidamente progressiva che interessa l’intera ecosfera e soprattutto la biosfera e le catene alimentari e, di conseguenza, l’umanità intera.

di Ernesto Burgio

“È importante sottolineare che l’attuale epidemia da Nuovo Coronavirus (SARS-CoV2) non è soltanto la prima grande pandemia del III millennio, ma anche la prima dell’Anthropocene.

Diciamo questo a significare che non si tratta di una sorta di incidente di percorso: un evento biologico casuale, estemporaneo e imprevedibile. Ma di un episodio particolarmente drammatico, per le sue modalità di manifestazione e per le sue conseguenze a livello sanitario, sociale, economico-finanziario e politico (ancora non del tutto prevedibili) di una lunga crisi biologica conseguente alla “Guerra alla Natura” o, per usare le parole delle ultime due encicliche, alla sua stessa Casa Comune da parte di Homo sapiens sapiens.

Una crisi biologica e sanitaria globale, del resto ampiamente prevista e preannunciata come imminente da quasi 20 anni da scienziati di tutto il mondo e in particolare da virologi, “cacciatori di virus”ed epidemiologi.

Sappiamo, infatti, dall’inizio di questo secolo che il mondo dei microrganismi è in subbuglio e che migliaia di “nuovi virus” potenzialmente letali per l’uomo (Ebola, Nipah, Hendra, Marburg ma soprattutto nuovi sottotipi di Orthomyxovirus influenzali e di Coronavirus dei pipistrelli..) sono pronti a fare il “salto di specie”: dalle “specie serbatoio” che li ospitano da milioni di anni, agli animali ammassati negli allevamenti intensivi, negli immensi mercati alimentari e nelle sterminate periferie urbane del sud del pianeta e infine all’uomo.

E questo a causa dei cambiamenti climatici, dello stravolgimento degli ecosistemi biologici e microbiologici, delle deforestazioni selvagge, dell’inquinamento chimico-fisico sempre più onnipervasivo e del proliferare di centri urbani in cui decine di milioni di esseri umani vivono in condizioni di miseria e promiscuità che non hanno precedenti (almeno sul piano delle dimensioni) nella storia.

In questo senso possiamo affermare con assoluta certezza che questa è la prima grande pandemia dell’Anthropocene: non un evento isolato e accidentale, ma appunto un episodio particolarmente drammatico di una malattia cronica e rapidamente progressiva che interessa l’intera ecosfera e soprattutto la biosfera e le catene alimentari e, di conseguenza, l’umanità intera.

È per questi motivi che non ha senso pensare di affrontarla soltanto con farmaci e vaccini, come purtroppo stanno facendo i paesi occidentali più ricchi e potenti che sono (e non è un caso) quelli che non vogliono riconoscere e affrontare la crisi ecologica, climatica e biologica globale che essi stessi hanno provocato”.

 

Prof. Ernesto Burgio
Medico Chirurgo, Pediatra, è esperto di epigenetica e biologia molecolare. Presidente del comitato scientifico della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) e membro del consiglio scientifico di ECERI (European Cancer and Environment Research Institute) di Bruxelles.