L’alterazione del microbiota intestinale può portare a patologie croniche e immunologiche, cancro del colon, ulcera gastrica, patologie cardiovascolari patologie intestinali e soprattutto all’obesità.
Un ruolo chiave nel mantenimento di buone condizioni di salute e di prevenzione dell’obesità e delle patologie croniche non-trasmissibili, ad essa collegate, è svolto dal microbiota.
L’intestino umano è stato colonizzato da migliaia di specie di batteri durante la coevoluzione di uomini e microbi. Sono presenti 3.3 milioni di geni microbici vs 23000 geni umani.
La composizione del Gut Microbiota è cruciale per l’educazione Immunologica del neonato: la mancata esposizione dei bambini a specie del genere Bifidobacterium o alla loro eliminazione (ad es. antibioticoterapia ad ampio spettro) possono determinare uno squilibrio nella maturazione del sistema immunitario (deviazione immunologica).
Ciascun individuo ha un microbiota «unico» per età, area geografica, dieta, etnia, etc..
Numerosi eventi possono alterare in modo significativo il microbiota intestinale di un individuo: cambiamenti nella dieta, infezioni, antibiotico terapia, etc., ma il microbiota intestinale è «resiliente».
Quando, per diverse ragioni, il microbiota non è ripristinato, può determinarsi una «disbiosi», le cui conseguenze possono essere molteplici.
Si ipotizza che proprio l’alterazione del microbiota intestinale può portare a patologie croniche e immunologiche, cancro del colon, ulcera gastrica, patologie cardiovascolari, patologie intestinali e soprattutto all’obesità.
Alcuni studi hanno concluso che le complesse interazioni tra ambiente, microbiota e genetica dell’ospite determinano il fenotipo metabolico e che il microbiota influenza lo sviluppo d’obesità, l’infiammazione e l’insulino-resistenza.
Numerose ricerche, infatti, hanno dimostrato l’associazione tra la prevalenza di alcuni batteri e BMI, DM2 e obesità, proprio perché il microbiota può aumentare l’estrazione energetica dal cibo, modificare le vie metaboliche dell’ospite, provocare un’infiammazione cronica di basso grado, aumentare l’insulino-resistenza, influenzare la secrezione di ormoni intestinali (incretine), e la motilità intestinale.
Una dieta iperlipidica e povera in fibre cambia il microbiota in modo complesso e specificamente riduce i Bifidobatteri, promuove endotoxemia metabolica e provoca lo sviluppo di disordini metabolici tramite un meccanismo dipendente da cellule immunitarie.
La riduzione di un tipo di batteri i Bifidobatteri è associata a un più alto livello plasmatico di Lipopolisaccaridi (LPS), alla secrezione di citochine proinfiammatorie LPS-dipendente.
Inoltre dieta iperlipidica e LPS promuovono infiammazione di basso grado e disordini metabolici indotti (insulino-resistenza, diabete, obesità, steatosi, infiltrazione macrofagica del tessuto adiposo).
Altri fattori influenzano il peso: ad esempio uno studio condotto su oltre 23.000 persone indica che chi mangia abitualmente una minore quantità di fibre risulta essere più colpito da obesità, sindrome metabolica, infiammazione generalizzata.
Anche i grassi alimentari influenzano quantità e tipo di microbiota, soprattutto gli omega3 con effetto protettivo. Sono stati identificati prebiotici (fruttoligosaccaridi e galattooligosaccaridi) che hanno molteplici ruoli in obesità, DM2 e patologie infiammatorie intestinali.